Disagio del bambino e dell’adolescente

Disturbi del comportamento e della condotta

Sono quei comportamenti oppositivi, ripetitivi e persistenti in cui il ragazzo in questione va in collera e litiga spesso con gli adulti, è arrabbiato e rancoroso, dispettoso e vendicativo, spesso sfida attivamente e rifiuta di rispettare le richieste e le regole, spesso irrita e accusa gli altri, sono ragazzi che hanno relazioni disturbate anche con i coetanei.

Disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività
Aggressività patologica
Disturbo della condotta

Disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività

Sono presenti contemporaneamente i seguenti tre aspetti:
Disattenzione: Difficoltà nel portare a termine un compito, dare l’impressione di non ascoltare, frequente distraibilità, difficoltà di concentrazione nelle attività che richiedono una concentrazione prolungata.
Impulsività: Agire spesso senza riflettere, passare con eccessiva facilità da un’attività all’altra, avere difficoltà ad organizzare il lavoro, richiedere un controllo continuo, parlare spesso ad alta voce in classe, avere difficoltà a rispettare il proprio turno nel gioco o in situazioni di gruppo.
Iperattività: Correre eccessivamente, salire e scendere dalla sedia e simili, difficoltà a rimanere tranquillo o giocherellare troppo, difficoltà nel rimanere seduto, agitazione durante il sonno.

Aggressività patologica

L’aggressività patologica è costituita da una serie di comportamenti intenzionalmente diretti a produrre danno a persone e oggetti. Si possono distinguere due tipi di aggressività: il tipo solitario-aggressivo ed il tipo oppositivo-provocatorio.
Il tipo solitario-aggressivo
I ragazzi che presentano questa modalità aggressiva commettono atti di aggressione di tipo solitario piuttosto che in gruppo. Possono essere bambini ostili, verbalmente ingiuriosi, provocatori,e negativisti nei confronti degli adulti. Nei confronti dei coetanei possono essere prepotenti e arroganti. È comune la menzogna, le frequenti assenze da scuola, il vandalismo. Non riescono a sviluppare un attaccamento sociale, come è dimostrato dalla difficoltà o dalla totale mancanza di relazioni con i coetanei, appaiono perciò spesso socialmente isolati. La maggior parte di loro ha una bassa autostima sebbene possa proiettare un’immagine di forza. Tali bambini hanno subito intense frustrazioni dei loro bisogni di dipendenza e sono anche stati allevati con modalità incoerenti di disciplina (è mancata la funzione introiettiva del generare amore, si è sperimentata quella proiettiva del diffondere odio, ed emanare ansia persecutoria, poi agita nel comportamento). Sono generalmente visti come cattivi ragazzi e vengono frequentemente puniti, ma ciò non fa che accrescere in loro l’ira e la frustrazione. Tra questi soggetti è frequente il fenomeno del bullismo.
Il tipo oppositivo-provocatorio
Caratteristica essenziale è una modalità di comportamento negativista, ostile e provocatoria, spesso diretta ai genitori o insegnanti. Tale comportamento rientra nella normalità e nella fisiologica affermazione di sé e della propria volontà nella prima infanzia, quando si correla allo stabilirsi della propria autonomia, alla formazione di un’identità, alla determinazione di modelli interiori di riferimento. L’esempio più evidente del comportamento oppositivo normale si ha tra i 18 e i 24 mesi, quando il bambino si comporta negativisticamente (i famosi NO) per esprimere la propria crescente autonomia. La patologia inizia quando questa fase di sviluppo persiste, le figure autoritarie iperreagiscono o il comportamento oppositivo ricorre in maniera considerevolmente più frequente. Ciò che inizia per il bambino come uno sforzo per stabilire l’autodeterminazione, si trasforma così in una difesa contro l’eccessiva dipendenza da questi e in un mezzo protettivo nei riguardi dell’autonomia. Un altro momento oppositivo che potremmo definire come fisiologico si verifica nell’adolescenza come espressione del bisogno di separarsi dai genitori e di stabilire un’identità propria. Le manifestazioni del disturbo sono per lo più evidenti nelle interazioni con adulti o coetanei che il bambino conosce bene. Tale disturbo interferisce con le relazioni interpersonali e le prestazioni scolastiche. Nonostante un’adeguata intelligenza, vanno male a scuola o sono bocciati, anche perché rifiutano di partecipare, resistono alle richieste esterne e insistono per risolvere i problemi senza aiuti. Da tutto ciò può derivare una scarsa autostima, una scarsa tolleranza alla frustrazione, umore depresso, accessi di collera.

Disturbo della condotta

Consiste nel mettere in atto comportamenti ripetitivi e persistenti che violano i diritti degli altri e le norme sociali. La persona agisce senza preoccuparsi delle conseguenze delle proprie azioni. Può manifestarsi con gravi violazioni delle regole, un comportamento aggressivo che causa o minaccia danni fisici ad altre persone o ad animali, frode o furto, comportamenti non aggressivi che causano perdita o danneggiamento della proprietà. I bambini o gli adolescenti con questo disturbo spesso innescano comportamenti aggressivi e reagiscono aggressivamente contro gli altri. Essi possono mostrare:

  • un comportamento prepotente, minaccioso, o intimidatorio;
  • dare inizio frequentemente a colluttazioni fisiche;
  • usare un’arma che può causare seri danni fisici;
  • essere fisicamente crudeli con le persone o con gli animali;
  • rubare affrontando la vittima;
  • forzare un’altra persona all’attività sessuale;
  • distruggere deliberatamente l’altrui proprietà;
  • distruzione deliberata della proprietà altrui in altri modi;
  • la frode o il furto sono comuni;
  • frequenti menzogne o rottura di promesse per ottenere vantaggi o favori, o per evitare debiti od obblighi;
  • rubare articoli di valore;
  • violazione di regole familiari e scolastiche;
  • l’abitudine, che esordisce prima dei 13 anni, di stare fuori fino a tarda notte o per tutta la notte nonostante le proibizioni dei genitori.

Questo comportamento causa compromissione significativa del funzionamento sociale, scolastico, o lavorativo. Nella maggior parte dei soggetti, il disturbo va in remissione con l’età adulta. Comunque, una quota significativa continua a mostrare durante l’età adulta comportamenti che soddisfano i criteri per il Disturbo Antisociale di Personalità.

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